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(sottotitolo: Ma la neve si deposita in fondo)

Ho cambiato il filo dell’antenna in macchina, quello che c’era prima era letteralmente marcio. Il risultato? Se prima non riuscivo a sintonizzarmi su nessuna stazione, adesso ne ricevo perfettamente due: Radio Pausini e Radio Stella. Per chi non fosse della zona, Radio Stella è un’emittente che trasmette le canzoni che andavano di moda trenta e più anni fa che, per i nostalgici, è una botta di gioventù, per tutto il resto degli ascoltatori, è una rottura di scatole a non finire. Da Radio Pausini, invece, ho scoperto che “Destinazione Paradiso” parla di un morto, mentre il verso “vi saluto a tutti” è quella che si suol definire una licenza poetica o il frutto della mente annebbiata da non si bene cosa, dipende dalle interpretazioni.

In una di quelle puntate di fine anno che tanto piacciono agli americani, John dice ad Ally che “se non ripensi all’anno passato senza né piangere né ridere, vuol dire che non è stato un anno ben speso”; stamattina mi è tornata in mente questa frase. Dell’anno agli sgoccioli salverei veramente poco, a parte qualche incontro negli ultimi mesi e qualche uscita fuori porta.

Salverei “Bruci la città” – sì, lo so che è scontatissima, ma io non sono Sofri, anche se – e Shirley Bassey che canta “Get the party started”. Salverei Glifo di Everett – non leggete la trama che vi rovina tutto – e il fatto che sia leggibile a più livelli (come romanzo, testo filosofico, metaletterario) m’intriga molto, come diceva un vecchio professore, “il lettore è un investigatore che deve cercare anche i minimi indizi che l’autore lascia qua e là”. Anche il Romagnoli di Non ci sono santi salverei. E poco altro.

Ma davvero poco altro.