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Mi piace che il primo commento di reazione alla lettera di una sua (ex?) giornalista sia rivolto all’età della stessa: “La Busi era lì da 18 anni. Io credo che la conduzione sia un ruolo che consuma”. E’ vecchia e si è giocata il cervello, insomma. E, in un colpo solo, il direttore del TG1 mette a tacere le critiche di una collaboratrice e la scredita. Non hanno importanza le parole della Busi o i problemi che pone, basta accantonarli, e non c’è neanche bisogno di argomentare o di perdere tempo scrivendo una risposta (“Non ci penso proprio”). La Busi si preoccupa della credibilità della testata giornalistica, Minzolini degli ascolti (“Per crescere, io devo conquistare parte del pubblico Mediaset e di qui vengono certe scelte sui contenuti”, i.e. fica e cani abbandonati, Studio Aperto docet); la Busi si mostra interessata alle problematiche concrete degli italiani, alle liste di attesa in ospedale, alle persone che perdono il lavoro, alle scuole senza carta igienica, a quelle questioni di cui lei stessa è testimone, di cui siamo tutti testimoni, basta guardarci intorno. A Minzolini interessa mostrare un altro Paese, quello in cui governa il migliore dei governi possibili, attento alla digitalizzazione della scuola (più distribuitori di iPad nelle scuole!) e guai se una giornalista si lascia scappare uno sguardo di commento di troppo, il passo successivo sarà la sostituzione con un’altra, più giovane, cresciuta sotto l’ala protettiva del direttore che “non commenta, offre le notizie”.

One Comment

    • massimo fois
    • Posted 30 Maggio 2010, domenica at 21 : 25
    • Permalink

    per mandare a casa minzolini bisogna mandare a casa berlusca con tutti i filistei


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